Closing the loop (2019)

Cinericircola
28.02.2022

“Se non passiamo a un’economia circolare sarà game over per il pianeta, game over per la società”

Sono queste le parole con cui si apre Closing the loop (2019), il primo lungometraggio al mondo dedicato al tema dell’economia circolare. Il documentario, rilasciato ufficialmente il 22 aprile – Giornata Mondiale della Terra – è stato realizzato dal pluripremiato regista Graham Sheldon e da Wayne Visser, professore presso l’Antwerp Management School nonché esperto mondiale di sostenibilità.

La necessità del passaggio da un’economia lineare, che segue una dinamica take-make-waste (prendere-produrre-buttare via), a una circolare Cradle-to-Cradle (dalla-culla-alla-culla), in cui prodotti e scarti siano reinseriti in un circolo di trasformazione, è colonna portante del film. Questa necessità è illustrata da esperti del mondo del business quali Attila Turos (World Economic Forum). Turos si colloca sulla stessa linea di Elkington, spiegando come l’economia lineare sia il modello prevalente solo perché non c’è abbastanza consapevolezza. “Non stiamo parlando di un’utopia”, la via per la circolarità è infatti perfettamente percorribile, con vantaggi notevoli dal punto di vista economico e dell’innovazione. Vantaggi che, al momento, non tutti riescono a vedere. “Parte del problema nel passaggio alla circolarità – spiega nel documentario John Elkington, Direttore esecutivo e co-fondatore di Volans Ventures – è che molte persone non ne vedono l’importanza, o non sanno di preciso di cosa si tratta”. Eppure “Se non risolviamo questo problema [i.e. lasciare l’economia lineare per passare a un modello circolare], tutto il resto che facciamo, non importa quanto sia ben intenzionato, sarà come spostare le sedie a sdraio sul Titanic”.

Il messaggio principale di Closing the loop non è soltanto l’urgenza del passaggio a un’economia circolare, quanto la realizzabilità del progetto. L’economia circolare è “un sistema strutturalmente rigenerativo (“regenerative by design”): si tratta, quindi, di cercare e perseguire un nuovo paradigma economico-industriale”.

A sostegno degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda 2030 (in particolare l’obiettivo 12 sul consumo e la produzione responsabile), il documentario esplora cinque strategie chiave per raggiungere la circolarità – ridurre, riutilizzare, riciclare, rinnovare e reinventare – mostrando esempi dall’Europa, dall’America Latina e dall’Africa e con approfondimenti di esperti del calibro del World Economic Forum e delle Università di Cambridge e Harvard.

I casi presentati includono:

Barloworld – un conglomerato industriale sudafricano, con il secondo più grande impianto di rigenerazione di attrezzature Caterpillar nel mondo

Biogen – società britannica di energia rinnovabile, che genera tutta la sua energia e il bio-fertilizzante dai rifiuti alimentari

Dutch Awearness – pioniere nel tessile circolare dai Paesi Bassi, tra cui indumenti da lavoro e tute che possono essere riciclate più volte

Interface – produttore statunitense di tappeti Interface, con un’ambiziosa strategia mission zero per eliminare le incidenze ambientali negative entro il 2020

Novamont – azienda italiana di bio-plastica, famosa per la produzione della capsula di caffè compostabile Lavazza

REDISA – progetto di riciclaggio di pneumatici in Sudafrica, che dà potere a numerosi imprenditori lungo la catena del valore di beneficienza degli pneumatici usati.

Quito City – azienda con soluzioni che vanno dall’upcycling di Tetrapak e dall’assemblaggio di auto a zero rifiuti all’agricoltura sostenibile e all’ecoturismo nelle foreste tropicali.

Oltre a questi casi, il film cattura anche il punto di vista di professionisti del business come Mike Barry, direttore del business sostenibile per Marks & Spencer e Christopher Davis, direttore internazionale della responsabilità aziendale e delle campagne per The Body Shop.

Il messaggio chiave di Closing the Loop è che passare a un’economia circolare non è solo essenziale e urgente, ma anche del tutto possibile, se prendiamo ispirazione dai pionieri, come quelli presenti nel film, e scaliamo modelli di business simili, innovazioni di prodotto e soluzioni per i clienti in tutto il mondo.

Non sarà facile – e non c’è un approccio “taglia unica”, come mostrano le varie esperienze in tre continenti – ma la rivoluzione dell’economia circolare – Syndustrial Revolution, come la definisce Visser – è imperativa.

“Abbiamo ancora molto lavoro da fare, ma il nostro compito non potrebbe essere più chiaro. Quindi lasciatevi ispirare e, per citare Gandhi – un luminare della sostenibilità prima del suo tempo – siate il cambiamento che volete vedere nel mondo”.