Plastic Tax rinviata al 2022

Economia circolare
23.09.2021

L’introduzione della Plastic Tax in Italia, dopo l’ennesimo rinvio, è prevista per il 2022

La strategia europea per ridurre il consumo di plastica

È noto da tempo come la riduzione del consumo di plastica rientri tra gli obiettivi principali delle politiche comunitarie per l’ambiente. L’Unione Europea, per conseguire l’ambizioso obiettivo della riciclabilità di tutti gli imballaggi in plastica entro il 2030, ha inoltrato all’inizio del 2018 un’importante comunicazione  ai principali organi comunitari per ribadire la necessità di un cambio di passo imminente per ridurre il consumo di plastica, la cui produzione mondiale è aumentata di 20 volte dagli anni ’60. 

La direttiva n. 2019/904  (detta anche SUP – Single Use Plastic) rientra tra le misure adottate dall’UE per la riduzione dell’impatto sull’ambiente di determinati prodotti in plastica monouso, per i quali non esistono alternative sostenibili. Gli Stati membri sono così chiamati a monitorare il consumo dei prodotti in plastica monouso, a controllare le misure adottate per ridurne l’utilizzo e ad aggiornare la Commissione Europea riguardo ai progressi compiuti.

Plastic Tax in Italia

In Italia, l’introduzione della Plastic Tax avviene con la Legge di Bilancio 2020, poi rinviata a seguito dello scoppio della pandemia di COVID-19 e relativo impatto economico negativo ai danni delle imprese. Il Decreto Rilancio n. 34  del 2020 posticipava l’introduzione all’1 gennaio 2021, ma la Legge di Bilancio 2021 ha spostato ulteriormente l’entrata in vigore della legge all’1 luglio 2021. L’estate 2021 ha visto infine l’ennesimo rinvio della plastic tax al 2022.

Plastic Tax e MACSI

La Plastic Tax è rivolta alla produzione dei cosiddetti MACSI, ovvero i manufatti con singolo impiego. Si tratta di confezioni, imballaggi e strumenti “usa e getta” realizzati con l’impiego – anche parziale – di materie plastiche costituite da polimeri organici di origine sintetica. Sono esempi di MACSI bottiglie in plastica, buste e vaschette per alimenti, palette da caffè, tetrapak utilizzato per prodotti alimentari, polistirolo per proteggere elettrodomestici, ecc..

Come funziona

La Plastic Tax prevede l’introduzione di un’imposta di 0,45 euro per chilogrammo di materia plastica contenuta nei MACSI, escludendo i manufatti compostabili, i dispositivi medici e i MACSI per la protezione e il contenimento dei medicinali.

I soggetti obbligati al versamento della Plastic Tax sono i seguenti:

  • per i MACSI fabbricati in Italia, il fabbricante o il committente, ovvero il soggetto che richiede la produzione di MACSI in conto lavoro;
  • per i MACSI che provengono da altri Paesi UE, il soggetto che li acquista nell’ambito di vendite B2B (business-to-business) o il cedente in caso di vendite B2C (business-to-consumer);
  • per i MACSI provenienti da Paesi extra-UE, invece, il soggetto obbligato al versamento della Plastic Tax è l’importatore.

I funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli hanno il compito di svolgere le attività di accertamento, verifica e controllo dell’imposta, in base alle dichiarazioni trimestrali presentate dai soggetti obbligati al versamento.

Efficacia della Plastic Tax

Ben vengano direttive comunitarie per spingere i Paesi UE verso la transizione ecologica. Tuttavia, sarebbe bene pianificare la transizione verde in modo strategico, legandola di pari passo ad uno stimolo economico di opportunità e crescita, piuttosto che alla sola tassazione che potrebbe ricadere sul singolo consumatore finale. Le aziende, infatti, potrebbero compensare l’aumento dei costi di produzione causati dalla plastic tax innalzando il prezzo del prodotto finale.

La riduzione del consumo di plastica, legata anche al contesto dell’economica circolare, potrebbe e dovrebbe invece essere accompagnata da strategie di sviluppo economico che puntino allo stimolo dell’offerta di nuovi servizi innovativi collegati all’erogazione di progetti di Ricerca e Sviluppo per rendere il mondo della produzione più sostenibile, fornendo ad esempio alternative all’uso della plastica monouso.

Ri.Circola si impegna ad accompagnare le imprese verso la transizione verde attraverso lo studio di progetti di R&S realizzati su misura per rendere le aziende più sostenibili, nel pieno rispetto dei principi cardini dell’economia circolare di riciclo, riuso e riduzione dei rifiuti. [Qui] si possono approfondire i servizi offerti da Ri.Circola.