Un armadio più sostenibile

Pausa sostenibilità
16.06.2021

Se è sicuramente vero, come dice Jean Paul Gaultier, che “L’eleganza è una questione di personalità, più che di vestiti ”, è altrettanto vero come il nostro abbigliamento sia, di fatto, il nostro primo biglietto da visita. E proprio in questa direzione ci muoviamo ad acquistare, spinti non solo da una necessità primaria di tipo pratico, ma soprattutto da una volontà psico-sociale di riconoscimento e identità.

In una società incalzante e bombardata di stimoli visivi come quella in cui viviamo, va da sé come l’impulso ad essere noi stessi politropi ci spinga verso la necessità di acquistare sempre qualcosa di nuovo per stare al passo con la frenesia che ci circonda.

Esempio banale di questo processo a spirale è il modello fast fashion, che, al pari di ogni paradigma economico “fast ”, contribuisce a rendere insostenibile un’industria sempre più enormemente compromessa tanto nel fattore ecologico (seconda industry più inquinante, responsabile del 20% dello spreco globale d’acqua, del 10% di emissioni di anidride carbonica, uso alle volte smodato di pesticidi e insetticidi) quanto in quello etico (diritti dei lavoratori laddove la produzione è delocalizzata in stati con legislazioni blande).

Tutto è ancora nelle mani del consumatore che può indirizzare con i suoi comportamenti le scelte e le logiche a monte, ma come possiamo rendere il nostro armadio più sostenibile senza rinunciare alle nostre necessità sociali?

Acquistare Slow, all you need is love

Un primo passo è diminuire il ritmo con cui acquistiamo e valutare i ritmi di produzione dei brand che scegliamo di acquistare: comprare meno a di più (prendo 1 che vale come 3 capi fast) significa scegliere una qualità maggiore. Avremo meno varianti colore forse, ma ci durerà di più ciò che abbiamo scelto con ponderazione e lo porteremo con più piacere. Amare ciò che scegliamo è il primo passo per una maggiore cura e, si sa, l’amore richiede ricerca e passione.

Che cosa prendo? Leggere l’etichetta!

Il “made in” e le materie prime che compongono il nostro guardaroba sono elemento essenziale per comprendere la reale sostenibilità della nostra scelta. Che materiali prediligere? Blend semplici di materie prime naturali (cotone organico, lino, canapa, lana) e laddove possibile preferirli a composizioni miste con materiali di derivazione artificiale più difficili da smaltire e riciclare.

Ottimizzare l’Online Shopping

Comprare con un click senza muoversi è sicuramente comodo e attrattivo, ma andare fisicamente a studiare il prodotto è il miglior deterrente per non fare acquisti di pancia che poi si rivelano in fretta tali. Inoltre facciamo attenzione anche al sito che scegliamo: sono sempre più numerose le sezioni ad hoc che ci guidano verso capi sostenibili, anche online.

Vintage e Swap

Non necessariamente ciò che compriamo deve essere “nuovo”, possiamo scegliere di dare nuova vita a capi che sono stati di altri proprietari; infatti, oggigiorno imbattersi in un vintage (sempre più di qualità) non è un problema. Possiamo anche lanciarci in una versione fai-da-te in casa con amici con il cosiddetto swap (dall’inglese “barattare“), portando ciascuno i propri capi da tempo inutilizzati per un libero scambio. 

Scegliere un armadio più sostenibile è un beneficio a tutto tondo, da un lato un passo avanti di qualità per noi stessi, elevando la percezione stessa della nostra immagine, e dall’altro un piccolo passo avanti per la nostra società, verso la riconquista del tempo e della cura nelle cose.